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Crisi Covid-19: ci vuole il giusto apprezzamento – sempre!

Il coronavirus ha messo a soqquadro il nostro mondo. E all'improvviso ci è chiaro quali professioni sono veramente importanti. In questi giorni il personale di cura e di vendita sta riscuotendo enorme rispetto e apprezzamento, ma Syna si sta adoperando affinché sia così anche dopo la crisi.

Gli scroscianti applausi per il personale sanitario hanno commosso molti dipendenti. Ma ci sono state anche alcune voci critiche: «A me e ai miei colleghi questi applausi hanno quasi dato fastidio», ci ha confidato l'infermiera di un ospedale del Canton Svitto. «Prima del coronavirus, nessuno era interessato alle nostre condizioni di lavoro. E nessuno se ne interesserà quando la crisi si sarà risolta».

Mancanza di prospettive…

Le condizioni di lavoro del settore sono pessime, soprattutto con la crescente privatizzazione del ramo sanitario. Operatività 24 ore su 24 e servizio nei fine settimana sono la regola, voce in capitolo nei turni di lavoro l'eccezione. La professione richiede molta flessibilità. E a dipendenza della regione, i salari sono da modesti a molto bassi.
Un'infermiera che lavora in un ospedale del cantone di Zurigo commenta: «A Zurigo il problema non è tanto il salario, quanto la mancanza di sviluppo delle rimunerazioni. Puoi lavorare nello stesso ospedale per dieci anni senza ricevere il benché minimo aumento. Inoltre, l'indennità per lavoro a turni è insufficiente».

…e carenza di personale qualificato

«Faremo tutti uno sforzo perché abbiamo scelto questa professione – ma ci dovrà essere una contropartita del governo federale: un riconoscimento per le difficoltà e i rischi della nostra professione sotto forma di compensazione in tempo o in denaro. Ma soprattutto, bisogna smetterla di gestire la sanità come un'azienda che deve fare utile!»

Tecnica di radiologia a Neuchâtel

Non a caso il sistema sanitario lamenta una carenza cronica di personale qualificato: sono molti ad abbandonare la professione a causa delle condizioni d'impiego poco attrattive, il che sottopone il restante personale a un carico di lavoro ancora maggiore – un circolo vizioso. Il coronavirus passerà, ma il personale sanitario continuerà ad esercitare – alle stesse condizioni di lavoro di prima.

La situazione nella vendita

Di punto in bianco sotto pressione

Il coronavirus ha colto impreparato anche il commercio al dettaglio. Nel giro di pochi giorni, i rivenditori hanno dovuto introdurre severe misure di protezione in tutte le loro filiali. Ma il materiale di disinfezione e igienico scarseggia, e ad oggi l'UFSP non ha ancora emanato norme vincolanti. I datori di lavoro non sempre hanno sfruttato questo margine di manovra a vantaggio dei dipendenti. In taluni casi sono stati necessari addirittura controlli di polizia per migliorare la tutela della salute.

Linee telefoniche roventi

Da Syna i telefoni non hanno smesso di squillare: molti soci del commercio al dettaglio si sono rivolti a noi per chiedere aiuto, anche dopo che Syna li aveva contattati tramite SMS. Ma siamo stati interpellati anche da molti clienti preoccupati di far valere la protezione della loro salute sul lavoro. In molti casi siamo giunti rapidamente a una soluzione a favore della lavoratrice o del lavoratore.

Mascherine e clienti

C'è stata parecchia confusione anche sul tema delle mascherine protettive: molti dipendenti la volevano, alcuni datori di lavoro vietavano al personale di indossarla. E ad oggi un problema importante è costituito dai clienti: scorte di guerra, il mancato rispetto delle distanze e comportamenti irrispettosi mettono a dura prova la pazienza e la salute dei dipendenti. Vale sempre la regola: rispetto significa educazione e distanza!


Gli applausi non bastano!

È giunto il momento di migliorare tangibilmente le condizioni di lavoro nella vendita e nella sanità per dimostrare che il nostro applauso era sincero, non solo simbolico. Il vostro lavoro deve avere il valore che merita!
Ecco perché Syna esige:

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