No a tagli sleali delle rendite!
Il 25 settembre voteremo sulla riforma dell'AVS. Syna si batte per un secco NO alle urne.
Oggi le rendite delle donne sono già di un terzo circa inferiori a quelle degli uomini. Le donne svolgono più lavoro non retribuito – come le faccende domestiche o l'accudimento di figli e parenti – e hanno ancora salari più bassi rispetto ai colleghi uomini. Ciò ha un impatto sui contributi versati nella previdenza. Eppure, in futuro si vorrebbe farle lavorare più a lungo – con il risultato che, al termine della vita attiva, la loro situazione sarà ancora peggiore. La parità non è questa!
Ripercussioni per tutti
Anche se i principali perdenti di AVS 21 sono le donne, essa avrà un impatto negativo su tutti noi. Se la riforma supererà lo scoglio delle urne, il passo successivo avverrà al massimo entro il 2026 – così ha deciso il Parlamento. L'adozione di AVS 21 renderà inevitabile il pensionamento a 67 anni per tutti. Eppure, i lavoratori più anziani hanno già oggi difficoltà a trovare lavoro e soprattutto nelle professioni fisicamente impegnative, come l'edilizia o le cure, è impensabile ritardare ulteriormente il pensionamento.