Con oltre mezzo milione di partecipanti, il secondo sciopero delle donne* ha avuto un successo ancora maggiore del primo sciopero nazionale delle donne* del 1991. Le donne* hanno oltremodo palesato quanto le loro richieste siano importanti e urgenti.
Il settore della stampa, tradizionalmente caratterizzato da una maggior presenza maschile, si sta trasformando. Nonostante la quota femminile sia ancora al di sotto della media si registra un suo aumento: nel frattempo le donne rappresentano il 35% degli occupati. Allo stesso tempo però la disparità salariale regredisce più lentamente di quanto desiderato.
Domani è il grande giorno: le donne* scenderanno in piazza per il secondo sciopero nazionale. Il sindacato Syna sostiene lo sciopero delle donne* e non vede l'ora di incontrare le numerose donne* che, incrociando le braccia, daranno un segnale forte per la parità dei generi. Un segnale che dovrà essere di stimolo per le attività future: anche dopo il 14 giugno, Syna profonderà il massimo impegno affinché nel mondo del lavoro si concretizzi finalmente una reale parità.
Il 14 giugno 2019 le donne* scenderanno in piazza. Di motivi ce ne sono parecchi, sia per le donne* che per gli uomini*!
Benché sia sancita dalla Costituzione federale da ormai 37 anni, la parità delle donne non è sempre una realtà né nella società, né sul mercato del lavoro. In media le donne guadagnano 600 franchi al mese in meno degli uomini e continuano a svolgere gran parte delle attività di assistenza e accudimento non retribuite. Syna esige parità di condizioni e opportunità ed appoggia lo sciopero delle donne previsto per il prossimo anno.
Stipendi più elevati, parità salariale più tangibile, protezione più efficace contro il dumping salariale e il lavoro gratuito: è tempo che anche gli stipendi traggano beneficio dalla buona congiuntura e le donne non subiscano ulteriori discriminazioni salariali. Ci opponiamo all'abolizione delle misure di accompagnamento e alla soppressione della registrazione della durata del lavoro, poiché entrambi i provvedimenti garantiscono salari equi.
La discriminazione salariale delle donne è ben più di una semplice questione di soldi: ne va del diritto di ottenere lo stesso riconoscimento per la stessa prestazione lavorativa!