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Risultati insoddisfacenti delle trattative salariali

Due deludenti risultati in due trattative salariali nel commercio al dettaglio: solo 1% di salario in più in Coop e nessun aumento salariale per il personale delle stazioni di servizio.

Disappunto no 1: Coop 

Le trattative salariali con Coop sono state più difficili che mai quest'anno. Alla fine, i partner sociali non potevano e non avrebbero accettato un aumento salariale di appena 1% con una distribuzione individuale.

Malgrado il difficile contesto di mercato, la situazione nel commercio al dettaglio si è rischiarata. Anche lo sviluppo degli affari del gruppo Coop è positivo. Ciò grazie anche all'aumento della produttività delle/dei dipendenti, che sono sempre più sotto pressione. Allo stesso tempo, i prezzi al consumo aumentano di nuovo per la prima volta da anni.
Si aspetta un tasso di inflazione tra 0,8-1%. L'aumento dei prezzi è un onere aggiuntivo per i budget delle collaboratrici e dei collaboratori, che già devono fare i conti di anno in anno con le crescenti spese per le casse malati, gli affitti e i maggiori contributi per le casse pensioni dei lavoratori e delle lavoratici da gennaio 2019 (+0,7% del salario assicurato).

Visto il positivo sviluppo degli affari della Copp, al quale le collaboratrici e i collaboratori hanno attivamente contribuito, e il rincaro dei prezzi un aumento generale dei salari per tutte le collaboratrici e tutti i collaboratori sarebbe stato appropriato. I rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori e le/i loro affiliate/i deplorano la decisione della Coop, di distribuire l'aumento salariale dell'1% solo individualmente. In questo modo, non tutte le collaboratrici e tutti i collaboratori hanno la certezza di salvaguardare il loro potere d'acquisto.
Senza tener conto dell'attuale sviluppo generale dei prezzi, una distribuzione individuale non prevede una parità di trattamento dei collaboratori e delle collaboratrici a differenza di un amento generale o parzialmente generale dei salari. Non è possibile che anno dopo anno una parte delle/dei dipendenti, spesso quelli con più anzianità di servizio, perda potere d'acquisto.

Syna continuerà ad impegnarsi affinché tutte le collaboratrici e tutti i collaboratori partecipino al successo dell'impresa Coop e affinché i salari reali nel commercio al dettaglio aumentino in modo effettivo di nuovo per tutti.


Disappunto no 2: stazioni di servizio

Syna fordert 100 Franken mehr Mindestlohn für die Angestellten von Tankstellenshops. Die Lohnerhöhung ist notwendig, um die Kaufkraft der Arbeitnehmenden zu erhalten. Doch der Arbeitgeberverband der Branche verweigert nicht nur Lohnerhöhungen – er bietet auch keine Hand zum Schutz der Löhne im Tessin.


Conformemente alle disposizioni del Contratto collettivo di lavoro (CCL) per i negozi delle stazioni di servizio, i partner sociali hanno tentato di avviare delle trattative con l'associazione padronale (AGSS) per ottenere un aumento di 100 franchi dei salari minimi. La delegazione del personale ritiene i salari attualmente in vigore e negoziati nel 2015 troppo bassi, in considerazione della netta perdita del potere d'acquisto subita da allora dalle lavoratrici e dai lavoratori. La maggior parte degli impiegati delle stazioni di servizio sono donne con un tasso d'occupazione ridotto. A causa del loro basso reddito, la compensazione della perdita del potere d'acquisto riveste per loro un'importanza capitale.

L'AGSS mette in conto una predita del potere d'acquisto

Dopo diversi anni di stagnazione economica, l'attuale ripresa è un chiaro invito ai datori di lavoro svizzeri ad aumentare i salari per compensare l'aumento dei costi della vita e rafforzare il potere d'acquisto del personale. Malgrado l'aumento dei prezzi del petrolio, le stazioni di servizio dotate di un negozio registrano cifre d'affari nettamente superiori. Rispetto agli altri punti di vendita del commercio al dettaglio, questi negozi di prossimità, che spuntano come funghi in tutta la Svizzera, beneficiano in particolare degli orari di apertura prolungati la sera e la domenica. Eppure i datori di lavoro rifiutano categoricamente qualsiasi aumento dei salari minimi.

Discriminiazione salariale in Ticino

Le parti sociali avevano convenuto un salario minimo per il Canton Ticino, dove il dumping salariale è ancora dilagante. Messo sotto pressione dalla lobby ticinese delle stazioni di servizio, il Consiglio federale ha tuttavia deciso di escludere il Ticino dalle disposizioni in materia di salario minimo previste dal CCL. In questo modo, le lavoratrici e i lavoratori ticinesi vengono discriminati e non beneficiano di alcuna protezione salariale, benché la vita in Ticino non sia meno cara che in altri cantoni rurali. È sconcertante che l'AGSS si rifiuti di prevedere dei salari minimi vincolanti anche per il Ticino. Syna attende ora una proposta costruttiva da parte dell'AGSS volta a eliminare la discriminazione salariale in Ticino.


Informazioni
Marco Geu, segretario centrale per il commercio al dettaglio
Claudia Stöckli, segretaria centrale del settore Servizi

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