Invece di tutelare i nostri salari e le nostre condizioni di lavoro, l'iniziativa per la limitazione porta soprattutto insicurezza e una minore protezione. Pertanto, il 27 settembre occorre un chiaro NO alle urne.
La maratona di voto del 27 settembre è alle porte. Per i circa 30 000 soci Syna con radici straniere, la posta in gioco è alta. Si tratta niente di meno che della sicurezza di dimora per loro e per le loro famiglie e della coesione sociale del Paese.
In primavera la commessa, il postino, l'assistente di cura e il personale di pulizia hanno ricevuto i nostri applausi, ma non basta: per loro chiediamo rimunerazioni migliori. Già: i salari possono e devono aumentare anche in tempi di coronavirus!
Il 27 settembre 2020 le elettrici e gli elettori saranno chiamati alle urne per decidere in merito all'introduzione in Svizzera di un congedo di paternità di due settimane. Si tratta di una misura necessaria, finanziabile e sufficientemente flessibile per le PMI e un segnale di una politica della famiglia degna di questo nome. L'ampio sostegno al congedo di paternità si manifesta in un forte consenso: dalle associazioni giovanili a quelle per la terza età, dalle ostetriche ai pediatri, dai dipendenti ai datori di lavoro e attraverso ogni corrente politica, la Svizzera chiede a gran voce un congedo di paternità!
L'abolizione della libera circolazione delle persone non ci protegge dalla disoccupazione, al contrario: i nostri salari e le nostre condizioni di lavoro perdono ogni protezione!
Diego Frieden è padre di famiglia. La figlia più giovane è nata nel mese di marzo di quest'anno, in piena crisi coronavirus. Come segretario centrale del sindacato Syna, Diego ha avuto diritto a 20 giorni di congedo di paternità.
O cos'hanno in comune il coronavirus e il congedo di paternità. Il commento del presidente Syna Arno Kerst.
La crisi scatenata dal coronavirus sta generando un forte aumento della spesa pubblica. Ma il governo federale può farvi fronte. Travail.Suisse si impegna a garantire che non vi saranno misure di austerità o deduzioni salariali più salate.