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Congedo di paternità: un bilancio

Tre anni dopo l'entrata in vigore, il congedo di paternità lanciato e difeso da Syna sta dimostrando la sua validità. Le statistiche federali confermano il suo inequivocabile successo: il 70 per cento dei neo-papà si avvale del congedo di paternità. La nostra iniziativa era una necessità e dobbiamo continuare a lottare per un vero congedo parentale.

Secondo i dati dell'UST, il 36 per cento degli aventi diritto fruisce del congedo di paternità in maniera frammentata, il che ne dimostra l'utilità per riorganizzare la famiglia nei primi sei mesi di vita del neonato. Assistiamo a un timido inizio di condivisione tra i genitori delle gioie e delle difficoltà legate alla responsabilità di un figlio.

Le statistiche confermano il successo di questa iniziativa del nostro sindacato, con la considerazione alquanto ironica che i Cantoni maggiormente contrari al congedo di paternità al momento della votazione sono quelli in cui il congedo è più popolare tra i neo-papà. Di tutta evidenza, era proprio il momento di cambiare le cose, anche – e soprattutto – nei Cantoni conservatori!

Le conclusioni della Confederazione apportano anche un elemento nuovo, che non era stato considerato al lancio dell'iniziativa: un aumento del 10 per cento dei padri che riconoscono il figlio alla nascita. Un passo in più verso la protezione dei bambini. Per avere diritto al congedo di paternità, il genitore deve infatti riconoscere il bambino entro sei mesi dalla nascita, in quanto dopo questo periodo il diritto decade. Questa disposizione garantisce il diritto del bambino a due genitori e alla loro responsabilità condivisa nei suoi confronti. Ciò rafforza la famiglia.

Purtroppo, le trattative sui contratti collettivi di lavoro portano scarsi miglioramenti al congedo di paternità federale. Come per il congedo di maternità, dovremo continuare a insistere in tutti i settori per il versamento integrale del salario durante il congedo di paternità o di maternità e per un'estensione della durata minima imposta dalla legislazione federale. Syna non si arrende: la lotta prosegue!

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