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Cosa succederà con l'AVS

«L'AVS è l'unico pilastro della nostra previdenza per la vecchiaia fondato sulla solidarietà. Rafforziamo l'AVS e quindi le persone con un reddito basso!»

Edith, sei la responsabile della politica sociale presso la nostra associazione mantello Travail.Suisse. Quali temi rientrano nella tua sfera di competenza e con quale frequenza ti occupi di previdenza per la vecchiaia?

In realtà sono responsabile per tutte le assicurazioni sociali, vale a dire l'AI, l'indennità per perdita di guadagno, la SUVA e anche le assicurazioni per la vecchiaia. Solo l'assicurazione contro la disoccupazione rientra nell'ambito della politica economica. Al momento l'attenzione è sicuramente rivolta alla previdenza per la vecchiaia. L'anno scorso abbiamo lanciato con successo il referendum contro la riforma della LPP e il 3 marzo dovremo esprimerci alle urne su due progetti riguardanti l'AVS. Anche in futuro, la previdenza per la vecchiaia continuerà a rappresentare una parte importante del mio lavoro. Entro il 2025-2026 il Consiglio federale dovrà elaborare una nuova proposta di riforma dell'AVS.

Come hai già accennato, ci saranno le due votazioni sull'iniziativa sulle pensioni e sull'iniziativa per una tredicesima mensilità AVS. Qual è la più importante?

Entrambe sono importanti. Molte persone avrebbero davvero bisogno di una tredicesima mensilità AVS. Abbiamo molti pensionati con rendite esigue per i quali qualche franco in più nel portafoglio sarebbe estremamente importante. L'iniziativa sulle pensioni chiede a sua volta di innalzare l'età di pensionamento a 66 anni. L'età di riferimento delle donne è stata portata a 65 anni solo di recente: dobbiamo scongiurare un ulteriore aumento.

Oltre a chiedere un differimento generale dell'età di pensionamento, l'iniziativa sulle pensioni intende collegarla all'aspettativa di vita. Più invecchiamo, più a lungo dovremo lavorare per garantire a lungo termine il finanziamento dell'AVS. Di primo acchito parrebbe ragionevole…

Di primo acchito, sì. Purtroppo, l'approccio dell'iniziativa sulle pensioni è tutt'altro che solidale. L'innalzamento dell'età di pensionamento colpirebbe molto più pesantemente i lavoratori con una formazione professionale rispetto ai laureati. In media, un falegname in Svizzera vive tre anni meno di un insegnante. Le condizioni di salute in età avanzata dipendono fortemente anche dal livello di istruzione. In media, un professore in pensione rimarrà in salute per 8,8 anni in più di un falegname. Un anno in meno di pensionamento in buona salute colpisce quindi il falegname molto più del professore. Tanto più che in alcune professioni sarebbe fisicamente impossibile lavorare più a lungo.

Alcune di queste professioni fisicamente impegnative prevedono modelli di pensionamento anticipato, come ad esempio l'edilizia principale o i rami accessori dell'edilizia nella Svizzera romanda. Quali conseguenze avrebbe un innalzamento dell'età di pensionamento per i lavoratori di questi settori?

Gli scenari sono molteplici. I modelli di pensionamento anticipato funzionano come una cassa pensioni. Grazie a un aumento dei contributi professionali, le casse sono in grado di versare una sorta di rendita ponte fino all'età di pensionamento ordinaria. Se l'età di pensionamento venisse aumentata di un anno, anche il periodo transitorio dovrebbe essere prolungato di un anno. Significa che, se i contributi rimanessero invariati, le rendite diminuirebbero. Rendite di pari entità potrebbero essere finanziate soltanto aumentando le deduzioni salariali durante il periodo di attività lavorativa o posticipando di un anno anche l'età di prepensionamento. Soprattutto in questi settori, ciò non è realistico per motivi di salute.

La seconda iniziativa chiede l'introduzione di una tredicesima mensilità AVS, analogamente alla normale tredicesima. Questa rendita supplementare è davvero necessaria?

Sì, ne sono convinta. A dire il vero, l'AVS dovrebbe garantire il minimo esistenziale. Attualmente non è così e molti assicurati necessitano di prestazioni complementari. Ciò dimostra chiaramente che le attuali rendite AVS sono troppo basse. È però importante ricordare che, qualora l'iniziativa venisse accettata, le persone attualmente al beneficio di prestazioni complementari continuerebbero a riceverle nella medesima misura.
Per molti anziani la tredicesima mensilità AVS è più importante che mai anche in considerazione del carovita. L'AVS viene adeguata solo in parte al rincaro. Se i salari aumentano meno dell'inflazione, anche le rendite AVS crescono meno. È esattamente la situazione che stiamo vivendo. Le rendite AVS aumentano meno del carovita e il potere d'acquisto dei beneficiari di rendite è inferiore rispetto all'anno precedente.

Alcuni criticano il principio dell'annaffiatoio, poiché a ricevere una tredicesima mensilità AVS sarebbero anche le persone che economicamente non ne avrebbero bisogno. Non è un controsenso?

L'ex consigliere federale Hans-Peter Tschudi ha giustamente affermato che «i milionari non hanno bisogno dell'AVS, ma l'AVS ha bisogno dei milionari». Attraverso l'AVS avviene una ridistribuzione piuttosto consistente. La deduzione percentuale per l'AVS è uguale per tutti i redditi e non ha un tetto massimo. Le rendite, invece, sono limitate al doppio della rendita minima. Se si guadagna dieci volte di più, si versano dieci volte più contributi AVS, ma si percepisce al massimo una rendita doppia. Il 92% degli assicurati riceve dalle rendite AVS più di quanto ha contribuito; soltanto l'8% dei redditi più elevati riceve meno. Il fatto che tutti siano assicurati congiuntamente nell'AVS è il motivo del suo successo e dovremmo difendere questo principio fondato sulla solidarietà.

La tredicesima mensilità AVS comporterebbe una spesa maggiore di circa 4 miliardi. L'iniziativa lascia aperte le modalità di finanziamento. In caso di successo alle urne dovremo attenderci un aumento delle deduzioni salariali?

Se l'iniziativa verrà accolta, il Parlamento elaborerà il finanziamento. Già ora l'AVS non viene finanziata unicamente con le deduzioni salariali. Sono ipotizzabili anche nuove possibilità di finanziamento, ad esempio un'imposta di successione a partire da un determinato importo della successione o un'imposta sulle transazioni finanziarie. Tuttavia, anche se il Parlamento dovesse optare per un puro finanziamento tramite le deduzioni salariali, la quota dei lavoratori che percepirebbero dall'AVS più di quanto versato rimarrebbe al 92%. Rafforziamo quindi la solidarietà del primo pilastro: diciamo SÌ alla tredicesima mensilità AVS e NO all'iniziativa sulle pensioni!

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