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In un anno giubilare per la parità, le donne* stanno formulando nuove rivendicazioni, formano maggioranze e capeggiano iniziative a livello politico. Partecipa anche tu e vota le tue candidate per la sessione delle donne* 2021! Qui trovi la nostra raccomandazione di voto: donne* desiderose di battersi – insieme a Syna, transfair e Travail.Suisse – fra le altre cose per la parità salariale.

Donne e uomini migranti sono palesemente discriminati sul mercato del lavoro elvetico. Inoltre, le donne immigrate vengono impiegate in settori a basso reddito e in condizioni di lavoro precarie in misura superiore alla media e vengono discriminate a causa del genere, del passato di migrazione o della fede, dunque su più fronti. La crisi del coronavirus le colpisce in modo particolare. Ma perché?

In Svizzera, la maggior parte delle persone colpite da povertà è rappresentato da donne sopra i 65 anni, in prevalenza senza passaporto svizzero, con un livello d'istruzione pari alla scuola dell'obbligo e che vivono sole. Quelle attive sono impiegate in condizioni precarie, sono mal pagate e hanno generalmente minori possibilità sul mercato occupazionale.

Gli uomini sono i capifamiglia e per questo lavorano a tempo pieno e hanno bisogno di uno stipendio elevato. Le donne si occupano della casa e dei figli e non hanno tempo per lavorare. Se esercitano comunque un'attività retribuita, allora solo a tempo parziale – per via della casa e dei figli – e in realtà solo per distrarsi o per guadagnare qualche spicciolo in più. Nessuna donna deve lavorare: c'è già l'uomo che lo fa!

Nel settore dei servizi, nonostante la crescita i salari calano, la protezione del lavoro e sociale viene erosa e la distribuzione della ricchezza è sempre più iniqua. Le professioni sociali e sanitarie costituiscono gran parte dei rami in cui queste condizioni precarie si stanno diffondendo a macchia d'olio.

Tredicesima mensilità, pause garantite, piano settimanale, salario sufficiente per vivere… Per molti lavoratori e lavoratrici del settore dei servizi non si tratta di ovvietà, ma di chimere. Sono le centinaia di migliaia di dipendenti, soprattutto donne, intrappolate*i nella precarietà del lavoro.

È giovane, dinamica e piena di grinta – e i circa 120 delegati e delegate all'Assemblea dei delegati Syna tenutasi online il 24 aprile 2021 l'hanno eletta alla vicepresidenza con una maggioranza schiacciante.

Se il coronavirus è la maratona, allora la lotta per la parità in Svizzera è probabilmente la circumnavigazione del globo in barca a vela in condizioni di bonaccia. Nell'anno della ricorrenza della parità di voto, Syna intende dare le vele al vento e concentrarsi sulla parità retributiva e sulla precarietà delle condizioni d'impiego.