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Preservare il potere d’acquisto e garantire gli impieghi

Per le lavoratrici e i lavoratori, la crisi energetica significa soprattutto costi più elevati in tutti gli ambiti della vita e maggiore insicurezza del lavoro. La nostra organizzazione mantello Travail.Suisse propone diverse misure per preservare il potere d'acquisto e garantire gli impieghi.

Con la ripresa economica dopo la crisi della pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina, i prezzi dell'energia sono aumentati in modo massiccio. Alla pompa di benzina l'impatto è stato immediato, ma nelle spese accessorie delle pigioni si manifesta più lentamente ed è tanto più doloroso per il portafoglio. E dato che nel tempo il rincaro dell'energia si ripercuote sui costi di produzione di praticamente ogni bene, l'incremento dei prezzi tocca ora anche i prodotti alimentari, l'abbigliamento e altri beni di consumo.

Una crisi del potere d'acquisto

Ad agosto 2022, per gli stessi acquisti di dodici mesi prima una persona sola spendeva 200-250 franchi in più al mese – per una famiglia, l'aumento si aggirava sui 350-400 franchi. È già preannunciato che dal 1° gennaio 2023 anche i prezzi dell'elettricità e i premi dell'assicurazione malattie saranno significativamente più elevati. In poche parole, nei prossimi mesi il costo della vita aumenterà ulteriormente. Questo ci pone nel bel mezzo di un'autentica crisi del potere d'acquisto. E mentre il Consiglio federale lancia una campagna per il risparmio energetico, quest'inverno molte famiglie abbasseranno notevolmente il riscaldamento non per scelta, ma per motivi economici.

Salari e rendite più sostanziosi e pagamenti diretti

Poiché per molte persone il margine di manovra è ormai esaurito e il potere d'acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori va preservato, sono necessarie misure ben oltre la sostanziale crescita dei salari e l'adeguamento delle rendite. È infatti prevedibile che l'aumento dei costi del 5-7 per cento da inizio 2023 non potrà essere compensato unicamente con un aumento degli stipendi. Pertanto, Travail.Suisse propone pagamenti diretti alle famiglie con redditi medio-bassi, trasferibili attraverso una riduzione dei premi dell'assicurazione malattie o un rimborso analogo alla ridistribuzione alla popolazione del ricavato delle tasse ambientali. Ciò consentirebbe un rapido sostegno alle famiglie con redditi bassi e medi.

Nessun deterioramento delle condizioni di lavoro

Liberalizzare il diritto del lavoro per combattere la crisi è sempre stato una delle prime richieste dei datori di lavoro, che però Travail.Suisse respinge fermamente. La Svizzera ha già una delle leggi sul lavoro più liberali d'Europa. Un'ulteriore liberalizzazione con un aumento del lavoro domenicale e notturno o una riduzione dei periodi di riposo va contrastata risolutamente anche in tempi di crisi. Travail.Suisse sostiene però anche misure per migliorare la situazione delle aziende particolarmente colpite, in particolare un livellamento dei prezzi dell'elettricità attraverso una riduzione dei prelievi o la rinuncia ai dividendi da parte delle società elettriche. Bisognerebbe anche concedere prestiti per i casi di rigore, giacché nella situazione attuale lo strumento del lavoro ridotto tutelerebbe gli impieghi solo in misura molto limitata.

Trarre i dovuti insegnamenti

L'attuale crisi energetica dimostra soprattutto una cosa: i costi e la fornitura di elettricità non vanno lasciati al libero mercato. Infatti, le forti fluttuazioni dei prezzi innescate dal mercato hanno conseguenze di vasta portata sulla piazza di produzione, i redditi e la sicurezza dell'occupazione. Il meccanismo di mercato non deve quindi determinare i prezzi in questo settore. È invece necessario regolamentare la fornitura di elettricità come compito dello Stato e porre fine agli sforzi di liberalizzazione del mercato dell'energia.

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