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Con i suoi 36'000 soci, il Sindacato cristiano degli operai del legno ed edili della Svizzera FCOLE è stato il principale partner della fusione da cui è nato il sindacato Syna. I soci dell'edilizia principale e dei rami affini rappresentano ancora oggi una fetta considerevole della base. O per dirla con le parole del settore: l'edilizia è sempre stata un pilastro importante del nostro movimento. Motivo più che sufficiente per ripercorrere le conquiste più importanti e gli eventi salienti di 25 anni di sindacato Syna nell'edilizia.

Si sono concluse le trattative per il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dell'industria metalmeccanica ed elettrica (CCL MEM). Le organizzazioni dei lavoratori sono riuscite ad opporsi all'aumento dell'orario di lavoro voluto da ASM/Swissmem. Non si è purtroppo trovata un'intesa sui miglioramenti che, al cospetto della carenza di manodopera specializzata, avrebbero reso il ramo professionale più attrattivo per le lavoratrici e i lavoratori. Un'occasione mancata. Onde evitare una situazione di vuoto contrattuale, l'attuale CCL MEM è stato prorogato e resterà in vigore per altri cinque anni.

Il 25° anniversario ha conferito una dimensione particolare all'AD 2023 del sindacato Syna. Le delegate e i delegati si sono espressi in merito al diritto di non essere raggiungibili e a una riduzione della durata del lavoro, hanno adottato un manifesto per la parità e hanno stabilito le modalità per una revisione parziale dello Statuto.

Grazie a molte sindacaliste militanti, le questioni relative alla parità di genere rivestono un ruolo centrale nei sindacati e nella società. Ma non è sempre stato così: all'inizio queste donne rimanevano, il più delle volte, relegate nell'ombra.

Il 14 giugno manifesteremo per far sì che venga riconosciuta la difficoltà di lavorare in professioni femminilizzate. Perché la nuova classe operaia è prevalentemente femminile e lavora nel settore dei servizi. Le loro condizioni di lavoro sono spesso precarie: i salari sono bassi, gli orari di lavoro sono lunghi e la pressione è sempre maggiore. Questa situazione può cambiare solo se le lavoratrici si alzano in piedi e lottano per i loro diritti.

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