Di Migmar Dhakyel su 21.5.2021
Categoria: Sindacato

«Io non ci sto! E tu?»

Quando pensiamo alla classe lavoratrice, pensiamo subito a un operaio che aziona una macchina in una fabbrica. Già: è proprio qui che è iniziata la storia dei sindacati oltre due secoli fa! Da allora, il nostro movimento ha riscosso successi memorabili. Ma l'attuale mondo del lavoro ha assunto nuove forme e dobbiamo aggiornare la nostra immagine.

Sono avvenuti due sviluppi storici: innanzitutto, siamo diventati una società di servizi. In secondo luogo, le donne sono entrate in massa nel mondo del lavoro. Ma è proprio nel settore dei servizi che le condizioni sono particolarmente precarie: i salari sono esigui e ai dipendenti viene richiesta una flessibilità costante.

Sviluppo professionale pressoché inesistente e sfruttamento
Ed è proprio nel settore dei servizi che lavora un numero particolarmente elevato di donne. Così, il nuovo lavoratore è una donna che incontriamo una domenica alle otto di sera alla cassa del supermercato di una stazione ferroviaria; la donna che pulisce il nostro ufficio la sera, vive al limite della sussistenza e avrà una vecchiaia in povertà; la ragazza che ci taglia i capelli e non riceve nessuna tredicesima; la donna che si prende cura dei nostri genitori in casa anziani e deve essere reperibile tutti i giorni, a qualsiasi ora.
Nel settore dei servizi c'è una forte percentuale di donne immigrate. Molte di loro sono considerate «non qualificate» perché non hanno alcuna possibilità di ottenere una formazione in Svizzera. Ma nel settore ci sono anche donne che hanno completato un apprendistato, eppure non beneficiano di nessuno sviluppo professionale. Sono considerate sostituibili – e ogni giorno glielo si fa pesare. Si incontrano parrucchiere e commesse impiegate nella stessa azienda da oltre un decennio costrette ancora a tirare avanti con meno di 3500 franchi al mese. Oggigiorno, è impossibile vivere in Svizzera con un salario del genere. È autentico sfruttamento, poiché le lavoratrici più fragili non possono difendersi. Dipendono dal loro lavoro e dal salario che ricevono, per quanto esiguo esso sia. Alla minima critica vengono minacciate con il licenziamento, molte subiscono mobbing. La dignità di queste donne viene ferita, umiliata.


Lasciarsi alle spalle ogni timore e osare!

Ma come rimediare a questi abusi? La risposta sta nelle donne stesse. La storia dei sindacati e delle donne di tutto il mondo lo dimostra: solo lottando possiamo fare la differenza! Bisogna superare la paura e lottare insieme per ottenere dei miglioramenti.

Messaggi correlati