Di Syna su 19.10.2018
Categoria: Congresso 2018

Il nostro lavoro – il nostro avvenire: le sfide

Il lavoro si trasforma attraverso la digitalizzazione: queste sono le sfide.

Le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono alla base dell'attuale evoluzione digitale. Semplificano i processi di produzione, elaborazione e logistica e in molti casi sostituiscono le attività umane: a scomparire non sono soltanto le attività monotone e ripetitive, ma vengono automatizzate anche molte mansioni in ambiti come l'analisi, il controllo o l'elaborazione di dati.
L'evoluzione del mondo del lavoro provoca la scomparsa di determinate funzioni, talvolta di intere professioni, ed è tangibile il rischio che molti posti di lavoro vadano persi. Ma vengono anche creati nuovi impieghi, in particolare in attività di consulenza, comunicazione e coordinamento. Dove questi sviluppi conducano e a quale ritmo, nessuno può ancora affermarlo con certezza.

Esigenze sempre più complesse
Le nuove professioni e funzioni pongono le lavoratrici e i lavoratori dinanzi ad esigenze sempre più articolate in termini di conoscenze e know-how. Il lavoro in un contesto digitalizzato è più complesso, evolve più rapidamente e richiede sempre nuove capacità e competenze che il personale deve prontamente acquisire, se non vuole rischiare di rimanere tagliato fuori dal mondo del lavoro.

Condizioni di lavoro sotto pressione
Con la digitalizzazione, i servizi e i prodotti vengono viepiù offerti in luoghi diversi, con preavvisi minimi e in quantità ridotte, con l'intento di soddisfare al meglio le esigenze specifiche dei clienti e la domanda. Ciò rende il lavoro sempre meno prevedibile. I rapporti d'impiego classici a tempo indeterminato sono sotto pressione: invece di assumere personale, le imprese preferiscono acquistare servizi. Il fenomeno del falso lavoro autonomo (detto anche «uberizzazione») è in aumento. In questo modo le aziende trasferiscono sui dipendenti responsabilità e rischi e aggirano le assicurazioni sociali.

Salario: crescente pressione finanziaria
In un contesto di concorrenza globale, spesso le imprese subiscono una forte pressione sui prezzi. Perfino l'assegnazione di appalti pubblici si polarizza sul prezzo. Essendo i controlli sul mercato del lavoro insufficienti, il dumping salariale e la sottoquotazione delle rimunerazioni sono ormai sistematici. Soprattutto le aziende più grandi abusano volentieri di stage e personale a prestito e favoriscono il falso lavoro autonomo con l'intento di abbattere i costi della manodopera e trasferire ai lavoratori il rischio imprenditoriale, senza minimamente considerare la situazione dalla prospettiva dei dipendenti.
L'impatto sui salari è devastante: in molti rami professionali le rimunerazioni sono insufficienti e distribuite iniquamente a causa di adeguamenti salariali individuali. Nei settori a basso reddito i rapporti di lavoro precari sono all'ordine del giorno, e il fenomeno dei «working poor» è ormai presente anche in Svizzera.
A tutt'oggi esistono disparità salariali tra donne e uomini. Queste differenze non sono soltanto ingiuste, ma penalizzano le donne pure a livello della carriera professionale e delle rendite di vecchiaia.

Società: solidarietà in calo
La tendenza all'individualizzazione è sempre più marcata: se da un canto valori come il tempo libero e la famiglia stanno acquistando importanza, il consumismo cresce così come l'aspettativa di disporre di prodotti e servizi in qualsiasi momento. La conseguente flessibilizzazione del lavoro impedisce di progredire sul fronte della conciliabilità tra lavoro e famiglia. C'è sempre meno solidarietà: l'impegno sociale, la collaborazione e la ricerca comune di soluzioni cedono il passo all'individualismo e agli estremismi politici.

Profitti iniquamente ripartiti
Le disparità economiche sono sempre più nette, nel resto del mondo come nella nostra ricca Svizzera: i salari dei manager sono a livelli vertiginosi, gli impieghi mal retribuiti sono ancora una dolente realtà e i salari medi marciano sul posto. Delocalizzazioni e ristrutturazioni fanno aumentare la disoccupazione strutturale. Pochi individui traggono un profitto sproporzionato dai progressi tecnici ed economici e possiedono sempre di più, mentre povertà, migrazione e conflitti evidenziano su scala mondiale le distorsioni nell'attuale ordine economico.

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