No al taglio della LPP

Perché respingiamo la riforma della LPP.

Con la riforma l'aliquota di conversione verrà ridotta. Significa che per ogni franco versato obbligatoriamente nel secondo pilastro riceveremo una rendita inferiore del 12%. Quindi, non converrà più effettuare versamenti nel secondo pilastro. Inoltre, il rincaro potrà erodere gran parte delle rendite del secondo pilastro, giacché non esiste – come nell'AVS – un adeguamento garantito al rincaro e all'evoluzione dei salari.

Le perdite di rendita saranno compensate in misura insufficiente. I previsti supplementi di rendita per garantire il mantenimento del livello delle rendite andranno a beneficio soltanto di parte degli assicurati. Il 50% degli ultra 50enni avrà diritto a un supplemento di rendita, che però sarà integrale solo per la metà di essi. Il restante 50% non riceverà alcuna compensazione per la perdita di rendita.

La riforma colpirà in modo particolarmente duro gli assicurati con redditi medi e bassi, che subiranno un forte calo delle loro rendite. Se la revisione entrasse in vigore, i redditi tra 70'000 e 88'000 franchi, ad esempio, si vedranno decurtare le rendite in misura dal 5% al 15% in base all'età.

La riforma assoggetterà alla LPP anche i redditi modesti. Significa che anche su redditi molto esigui verranno applicate deduzioni per l'avere di vecchiaia; ma chi percepisce un reddito così basso, dipenderà dalle prestazioni complementari con o senza questo capitale di vecchiaia aggiuntivo. Per queste persone la riforma comporterà una perdita di guadagno senza alcun miglioramento della rendita di vecchiaia.

Il secondo pilastro è un'istituzione che amministra una gran quantità di denaro, ma purtroppo non sempre in modo efficiente. Con la gestione di questi capitali il settore finanziario realizza ragguardevoli profitti, che poi mancano per le rendite degli assicurati.