Di Syna su 30.8.2024
Categoria: Politica

Partenariato sociale insidiato

Le associazioni dei datori di lavoro hanno recentemente attaccato il partenariato sociale, sia nei media che a livello politico. Ciò potrebbe avere gravi conseguenze per i lavoratori, soprattutto in termini di protezione dei salari.

Il partenariato sociale è un elemento fondamentale del mercato del lavoro in Svizzera. Costituisce il quadro di riferimento per la collaborazione tra datori di lavoro e lavoratori, spesso rappresentati dalle loro associazioni e dai sindacati. Il partenariato sociale si basa sul principio che i conflitti vanno risolti attraverso il dialogo e la cooperazione e non con lo scontro o l'intervento dello Stato. I contratti collettivi di lavoro (CCL) sono i principali strumenti a sua disposizione per realizzare tale principio.

Che cos'è un CCL?

Un contratto collettivo di lavoro è un accordo negoziato tra uno o più datori di lavoro o associazioni di datori di lavoro e una o più associazioni di lavoratori (sindacati). Esso contiene disposizioni che tutti i datori di lavoro firmatari sono tenuti a rispettare – salari minimi, durata massima del lavoro, vacanze o finanziamento dei fondi per la formazione e il perfezionamento professionale. I contratti collettivi di lavoro sono essenzialmente di tre tipi: applicabili a una singola azienda (CCL aziendali), applicabili solamente ai datori di lavoro firmatari (CCL d'associazioni) o dichiarati obbligatori e quindi applicabili a tutte le aziende di un determinato ramo professionale (CCL con forza obbligatoria). Spetta al Consiglio federale decidere se conferire a un CCL il carattere obbligatorio, sulla base di tre requisiti che devono essere soddisfatti (quorum):

  1. più della metà dei lavoratori deve essere affiliata al sindacato che fa richiesta di obbligatorietà generale (quorum dei lavoratori);
  2. più della metà dei lavoratori deve essere impiegata nelle aziende dell'associazione che fa richiesta di obbligatorietà generale (quorum dei datori di lavoro);
  3. più della metà dei datori di lavoro (imprese) deve essere affiliata alle associazioni che fanno richiesta di obbligatorietà generale (quorum misto).
Come si applicano i CCL?

I datori di lavoro e i lavoratori versano contributi alle spese di esecuzione del CCL che vengono utilizzati per verificare il rispetto delle disposizioni previste dal CCL. Esistono anche contributi alle spese di formazione utilizzati per promuovere e cofinanziare la formazione continua dei lavoratori. Tutti i dipendenti, siano essi iscritti o meno al sindacato, beneficiano delle disposizioni stabilite nei CCL e del sistema di formazione continua. Non sarebbe corretto se parte dei lavoratori approfittasse di tali vantaggi senza contropartita; pertanto, ogni dipendente deve versare un contributo professionale ai fondi per l'esecuzione del proprio contratto e per la formazione continua. Questi fondi sono gestiti in modo paritetico, ovvero congiuntamente, da rappresentanti sia dei datori di lavoro che dei lavoratori.

Contributi professionali e quota sindacale: come evitare di pagare due volte

Sowohl die Arbeitgeberverbände als auch die Gewerkschaften finanzieren sich durch Beiträge ihrer Mitglieder. Diese Beiträge ermöglichen es den Verbänden, die notwendigen Ressourcen für die Ausarbeitung der GAV bereitzustellen. Durch ihre Mitgliederbeiträge ermöglichen die Mitglieder der vertragsschliessenden Parteien das Aushandeln der Gesamtarbeitsverträge, von welchen letztlich auch nicht organisierte Arbeitnehmende profitieren. Um zu verhindern, dass die organisierten Arbeitnehmenden und Arbeitgebenden doppelt belastet werden – sowohl durch Mitgliedsbeiträge als auch durch die Berufsbeiträge – erhalten sie in der Mehrheit der Branchen eine Teilrückerstattung.

Critica della pratica attuale

È proprio questa pratica di rimborso che la Società Svizzera degli Imprenditori-Costruttori (SSIC) sta mettendo in discussione. In una campagna sui media la SSIC insinua che i sindacati stiano intascando parte dei contributi professionali provenienti dai fondi di solidarietà e per la formazione continua dell'edilizia principale. Eppure, i rimborsi sono versati direttamente agli edili organizzati, non ai sindacati! Per via della doppia contribuzione, l'abolizione dei rimborsi costerebbe ai lavoratori sindacalizzati fino a 400 franchi all'anno. Lo riteniamo inaccettabile, soprattutto perché l'attuale sistema di rimborsi viene verificato ogni anno dalla Segreteria di Stato dell'economia (SECO), che lo ritiene corretto.

Precedenza ai CCL o alle disposizioni cantonali? La mozione Ettlin

La pressione cresce non soltanto nei media, ma anche a livello politico. La mozione 20.4738 presentata da Erich Ettlin (Il Centro) chiede che in materia di salari minimi, tredicesima e vacanze le disposizioni di un contratto collettivo di lavoro con dichiarazione di forza obbligatoria abbiano la precedenza su eventuali disposizioni cantonali. Sempre più Cantoni stanno introducendo salari minimi regionali, alcuni dei quali più elevati dei salari minimi stabiliti nei contratti collettivi con obbligatorietà generale. La mozione chiede di applicare il salario minimo inferiore previsto dal CCL-DFO anziché quello del Cantone, anche se le norme cantonali non lo prevedono esplicitamente.

Per noi è evidente che i contratti collettivi vadano interpretati a favore dei lavoratori (principio della norma più favorevole): se le norme cantonali prevedono più giorni di vacanza del CCL, si applicano le norme cantonali; se le norme cantonali sono meno favorevoli, si applica il CCL-DFO.

La mozione Ettlin solleva anche questioni di politica democratica. Riteniamo che le decisioni cantonali prese democraticamente debbano essere considerate più importanti dei CCL con dichiarazione di forza obbligatoria. Il Consiglio federale condivide questo parere.

Ostacoli all'estensione del campo di applicazione: l'intervento Burgherr

I quorum del 50% risalgono agli anni '50 e sono un ostacolo importante per dichiarare l'obbligatorietà generale di un CCL. Il mondo del lavoro è cambiato e oggigiorno è molto più mutevole. È quindi più difficile per i sindacati soddisfare il requisito della metà dei lavoratori di un ramo professionale sindacalizzata.

La Costituzione tiene conto di questa situazione e consente al Consiglio federale, in circostanze particolari, di estendere il campo d'applicazione di un CCL anche se il quorum dei lavoratori non è raggiunto. A giugno 2023, 82 CCL erano stati dichiarati vincolanti – due terzi in virtù di questa deroga.

Thomas Burgherr, consigliere nazionale argoviese UDC e membro della Commissione dell'economia e dei tributi, ha chiesto che tali eccezioni vengano concesse unicamente se i sindacati firmatari rappresentano almeno il 40 per cento dei dipendenti. Se la sua richiesta venisse approvata, molti CCL non avrebbero più alcuna obbligatorietà generale.

Possibili conseguenze di queste aggressioni ai CCL

Questi tre esempi illustrano le crescenti pressioni cui è sottoposto il partenariato sociale. L'eventuale adozione della regola del quorum richiesta da Thomas Burgherr nuocerebbe particolarmente agli stipendi, che nei Paesi limitrofi sono molto più bassi: in Francia e in Italia sono circa il 56 per cento di quelli svizzeri, in Germania il 75 per cento e in Austria il 90 per cento. Maggiore è il divario salariale, maggiore è la pressione sui livelli dei salari in Svizzera. Per tutelarli è quindi essenziale fissare dei salari minimi. Il modo più semplice per farlo è estendere il campo d'applicazione dei contratti collettivi. Oltre che ai datori di lavoro in Svizzera, i CCL con dichiarazione di forza obbligatoria si applicano anche ai datori di lavoro stranieri che svolgono mandati in Svizzera. Anche alcune associazioni padronali si stanno battendo per l'estensione dei CCL: nei rami affini, ad esempio, il CCL-DOG tutela i piastrellisti dalla concorrenza straniera, molto più economica.

La dichiarazione di forza obbligatoria è efficace

Gli effetti positivi sui salari dell'estensione dei contratti collettivi di lavoro sono particolarmente evidenti nel Cantone del Ticino, dove i salari sono aumentati in media del 5 per cento tra il 2010 e il 2020. D'altro canto va notato che, nello stesso periodo di tempo, in molti rami professionali privi di CCL-DOG o di partenariati sociali consolidati i salari sono diminuiti, in alcuni casi drasticamente. In Ticino, negli studi di architettura e di ingegneria i salari sono calati del 2 per cento, nel settore informatico del 6 per cento, nell'industria del 4 per cento e nella logistica addirittura del 20 per cento.

I contratti collettivi di lavoro, in particolare quelli di obbligatorietà generale, sono essenziali per garantire buone condizioni di lavoro e tutelare i salari in Svizzera. È quindi tanto più importante che i lavoratori si uniscano ai sindacati, così da rafforzare la posizione delle associazioni dei lavoratori e da salvaguardare i contratti collettivi di lavoro dall'ostruzionismo dei datori di lavoro.

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