Di Mathias Regotz su 10.3.2021
Categoria: Sindacato

Syna si batte per i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori

Siamo tutti stanchi di non poter andare al ristorante, di indossare ovunque la mascherina… Ma le conseguenze di queste restrizioni sono ancora peggiori per i dipendenti: molti sono al beneficio del lavoro ridotto o hanno addirittura perso l'impiego. Syna si batte fin dall'inizio della pandemia – e ha già incamerato qualche successo!

Quando la pressione cresce, dall'alto la si scarica volentieri verso il basso. È ciò che sta accadendo anche nella crisi attuale. I cantieri e gli impianti di produzione sono stati autorizzati a rimanere aperti – il che, di per sé, è positivo; almeno il personale continua a ricevere il salario pieno; a condizione, però, che le misure igieniche per proteggere le lavoratrici e i lavoratori siano applicate con coerenza. Ma le aziende preferiscono risparmiare sulla salute dei dipendenti e non forniscono un numero sufficiente di servizi igienici e di locali per le pause.

Più controlli e apertura delle mense

Syna si oppone con forza e chiede più controlli. I cantieri rei di non rispettare le disposizioni vanno chiusi. Dato che né il Consiglio federale, né i Cantoni stanno realmente prendendo provvedimenti, Syna ha preso in mano la questione: visitiamo regolarmente i cantieri e le imprese e denunciamo gli abusi alle autorità. I ristoranti dovrebbero essere aperti ai lavoratori dei cantieri così da porre fine all'indegno e malsano sovraffollamento delle baracche. Da tempo Syna lo chiede con caparbietà direttamente al Consiglio federale per il tramite della nostra organizzazione mantello, Travail.Suisse. Per aumentare la pressione sulla Confederazione, insieme ad Implenia e a un ristorante Syna ha lanciato un progetto pilota in un grande cantiere: l'uso di un ristorante come mensa aziendale. Con successo: l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) intende ora estendere questo modello a tutta la Svizzera.

Allentamenti immediati?

Soprattutto il mondo economico chiede un massiccio allentamento delle misure contro il coronavirus. Ma un'apertura troppo frettolosa potrebbe avere un effetto boomerang: dopo una breve fase di recupero, il numero dei casi potrebbe esplodere nuovamente e provocare un altro lockdown. In questo modo la pandemia non avrà mai fine – e metterebbe ancor più a repentaglio redditi e impieghi. Per un allentamento graduale occorrono, in primo luogo, misure di accompagnamento efficaci, fra cui test salivari a tappeto da mettere in atto in modo rapido e senza tante complicanze. In questo modo le catene d'infezione possono essere interrotte con molta più rapidità ed efficacia, favorendo una sensibile riduzione dei casi. Tuttavia, i test a tappeto non devono svantaggiare le lavoratrici e i lavoratori! Syna chiede il versamento integrale del salario e una protezione dal licenziamento durante un'eventuale quarantena.

Vaccinare?
Syna raccomanda a tutti i lavoratori e le lavoratrici di farsi vaccinare, perché è un loro diritto e perché serve a proteggere la loro salute. Tuttavia, non siamo favorevoli a un obbligo di vaccinazione generalizzato. Ogni persona deve poter decidere liberamente se farsi vaccinare o meno. Occorre impedire anche un obbligo indiretto dei datori di lavoro: i dipendenti non vaccinati devono essere tutelati dal licenziamento. Syna continuerà a battersi per impedirlo!

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