Di Claudia Stöckli su 20.8.2020
Categoria: Lavoro

Industria alberghiera e della ristorazione: CCNL salvo, COVID indigesto

Il contratto collettivo nazionale di lavoro dell'industria alberghiera e della ristorazione (CCNL) è salvo almeno sino a fine 2022, ma il personale lavora in condizioni sempre più precarie.

L'estate scorsa i datori di lavoro avevano interrotto le trattative per un nuovo CCNL e rimandato per mesi il consenso a una proroga del contratto in vigore, mettendo a repentaglio importanti disposizioni e controlli. A fine giugno 2020, all'ultimo minuto, i datori di lavoro hanno finalmente ceduto: il CCNL è quindi al sicuro sino alla fine del 2022. Inoltre, dal 2022 ci sarà un lieve aumento dei salari minimi.

Nessun licenziamento, ma…

Per i dipendenti del settore gli effetti della crisi legata al coronavirus sono disastrosi. Dopo la chiusura dei ristoranti e delle frontiere svizzere, molti si sono salvati dal licenziamento immediato solo grazie alle indennità per lavoro ridotto. Ma il prezzo da pagare è una notevole perdita finanziaria: da un lato mancano le mance, un reddito aggiuntivo indispensabile, dall'altro l'indennità per lavoro ridotto copre soltanto l'80 per cento di salari di per sé già molto esigui. Con un salario minimo di 3470 franchi, in busta paga restano solo 2776 franchi lordi! E in molti contratti di lavoro con grado d'occupazione irregolare le relative indennità sono automaticamente azzerate.

Le nostre rivendicazioni

Il mondo politico e le parti sociali devono agire con urgenza. Syna esige:

Solo così i dipendenti dell'industria alberghiera e della ristorazione possono essere protetti dalla povertà anche in tempi di crisi come quella innescata dal coronavirus.