Di Syna su 2.9.2020
Categoria: Communicati stampa

Da tutte le parti della Svizzera un NO comune alla disdetta degli accordi bilaterali

Il 27 settembre il popolo svizzero voterà sull'iniziativa dell'UDC contro gli Accordi bilaterali. L'alleanza dei contrari all'iniziativa è tanto ampia quanto le argomentazioni contro di essa. I suoi membri hanno deciso di intraprendere un'insolita azione comune: si sono riuniti oggi in quattro luoghi dove l'apertura e la permeabilità della Svizzera sono visibili e tangibili. L'azione è un chiaro segnale per far capire alla popolazione del nostro paese di mobilitarsi per un «NO» a questa iniziativa, che isolerebbe la Svizzera dal resto dell'Europa - con tutte le conseguenze negative che ne deriverebbero.

A Basilea, Ginevra, Locarno e Kreuzlingen si sono incontrate oggi personalità provenienti da settori molto diversi della società in una costellazione che non è usuale nello scenario politico odierno. Con tutte le sue differenze sociali e politiche, l'evento intende inviare un chiaro segnale per una Svizzera forte e unita - e per un «NO» convinto all'iniziativa contro gli Accordi bilaterali. La scelta di luoghi simbolici esprime che non è affatto anti-svizzero sostenere l'apertura verso l'Europa e il mondo.

L'iniziativa mira a porre fine all'attuale libera circolazione delle persone con i paesi dell'Unione europea (UE). Inoltre, essa prevede che in futuro non dovranno essere conclusi nuovi accordi internazionali che garantiscono ai cittadini stranieri il diritto alla libera circolazione. La denuncia della libera circolazione delle persone con l'UE comporterebbe la disdetta di tutti i Bilaterali I - a seguito della clausola ghigliottina - e l'abolizione delle misure di accompagnamento. Il titolo innocuo «Iniziativa per la limitazione» non ha alcuna relazione con la natura radicale del contenuto. Di fatto, si tratta di un'iniziativa «per la disdetta». L'alleanza aperta+sovrana chiede che il 27 settembre questa dannosa iniziativa dell'UDC venga respinta. Soprattutto nella situazione attuale, sarebbe semplicemente irresponsabile mettere a repentaglio la nostra economia, la nostra ricerca, le nostre condizioni di lavoro e la nostra libertà di viaggio con la disdetta degli Accordi bilaterali.

Per informazioni
Arno Kerst, presidente