Sindacato: nessun avvenire senza giovani!

18.6.2018

Sabri Schumacher

Sindacato /

Piero Fanelli di Oberriet, SG, ha 20 anni ed è affiliato a Syna. L'estate scorsa ha terminato l'apprendistato come agente tecnico di materie sintetiche. Nell'intervista ci svela cosa ne pensa del sindacato Syna e, in particolare, i suoi progetti come sindacalista.

Piero, il tuo lavoro ti piace?

Sì, anche se non riesco ad immaginare di svolgere questa professione per tutta la vita. I ritmi sempre diversi dei turni di lavoro sono faticosi, ci vuole tempo per riprendersi. Inoltre, riesco a vedere gli amici solo nel fine settimana. Oggi come oggi mi sta ancora bene, perché posso acquisire esperienza e avendo concluso l'apprendistato guadagno di più. Sto risparmiando per un soggiorno di studio di quattro mesi in Sudafrica, a fine anno. Vorrei perfezionare il mio inglese.

Che cosa ti ha spinto ad aderire al sindacato Syna?

Come la maggior parte dei giovani, non sapevo nulla di sindacati fino a quando un mio collega di lavoro, André Buschor della sezione Rheintal, non mi ha invitato ad un incontro organizzato da Syna. L'evento mi ha convinto, e da allora partecipo attivamente.

Molti giovani considerano le buone condizioni d'impiego odierne un'ovvietà – ma dai racconti dei miei nonni so benissimo che non è sempre stato così.

Rispetto al passato, oggi le condizioni di lavoro sono relativamente buone. Ma allora i sindacati sono ancora necessari?

Un sindacato è un'ottima cosa, poiché difende gli interessi dei lavoratori. Purtroppo, sono pochi i giovani a sapere che cos'è un sindacato, figuriamoci poi che cosa fa esattamente! Nelle riunioni della sezione apprendo direttamente dalle segretarie e dai segretari regionali le pessime condizioni di lavoro che regnano ancora in molti settori e ciò che Syna può fare al riguardo.

Ci vogliono dei contratti, affinché i datori di lavoro non facciano semplicemente ciò che vogliono.

Come sono le tue condizioni di lavoro? Sono cambiate dall'inizio del tuo apprendistato?

Abbiamo condizioni di lavoro relativamente buone con prestazioni sociali all'avanguardia. Purtroppo la pressione sul rendimento è in costante aumento. In passato si andava volentieri al lavoro: si aveva molto più tempo e l'atmosfera era familiare. Oggi vengono inseriti in continuazione nuovi macchinari che risparmiano molte fasi di lavoro. Il problema è che più la macchina è nuova e complessa, con più gli errori sono frequenti. Allora c'è nuovamente bisogno di noi umani: dobbiamo correre per correggere gli errori. Le macchine stanno diventando sempre più rapide, ma noi non possiamo tenere il passo con una macchina; non siamo mica dei robot! In passato c'era il tempo per aiutarsi a vicenda. Oggi ognuno guarda solo per sé.

La direzione del gruppo è unicamente interessata al rendimento. Nessuno chiede se noi dipendenti stiamo bene. Dobbiamo produrre molto di più, ma il salario non è aumentato. Quando penso al futuro, mi sento impotente. Non abbiamo nulla in mano. Sono i capi a decidere quali macchine acquistare e quali dipendenti sostituire con queste ultime.

Cosa ti piace del sindacato?

Mi piacciono molto le riunioni. Mi sento a mio agio perché l'atmosfera è molto amichevole. Non parliamo solo di problemi sul lavoro, si tratta anche di stare insieme e condividere idee. E la mia opinione è importante: ad esempio, posso codecidere in che modo investire i fondi o quali escursioni organizzare.

Ad aprile ho partecipato al Consiglio dei giovani di Jeunesse.Suisse per discutere con altri ragazzi dei sindacati. È stato grandioso; ho conosciuto un sacco di persone fantastiche. Poiché non ho ancora il passaporto svizzero, questa è la mia unica possibilità per essere politicamente attivo.

E quale pensi sarà il tuo futuro da Syna?

Come responsabile della sezione Rheintal mi preme capire come possiamo motivare i ragazzi per il sindacato. Più giovani affiliati attivi attirano più giovani. Sarà il mio impegno.
Senza soci giovani, in futuro non ci sarà più nessun sindacato. Allora i datori di lavoro potranno fare quello che più gli aggrada!