Un quarto delle persone che vivono in Svizzera non ha il passaporto rossocrociato. Molte di loro vivono qui da anni o addirittura decenni. Lavorano, pagano le tasse, crescono i figli: di fatto, sono parte integrante della società da molto tempo, eppure restano giuridicamente escluse. Ci sono molti ostacoli alla naturalizzazione; la procedura è complessa e spesso confusa.
Il 26 ottobre 2024, le delegate e i delegati Syna si sono riuniti con grande entusiasmo a Olten. La conferenza ha eletto una commissione della migrazione solida e impegnata che, durante il prossimo mandato quadriennale, fungerà da tramite tra le regioni di tutta la Svizzera e la centrale.
«Che lavorino e paghino le tasse va bene, che partecipino anche loro alle decisioni, invece, non va bene»: qui si concentra tutta l'ambiguità della naturalizzazione in una Svizzera che gioca a fare l'equilibrista con i diritti umani a scapito dei più deboli.