Cantieri: «E noi, chi ci protegge?»
È la domanda che si pongono i lavoratori edili – di nuovo. Avevano già espresso preoccupazione durante il lockdown della scorsa primavera, ma pare che su molti cantieri non si sia tratto alcun insegnamento. Syna continua a chiedere controlli più diffusi e più severi.
I cantieri sono più che mai in fermento: gli impresari-costruttori affermano di rispettare le prescrizioni della Confederazione per proteggere i loro dipendenti. In un opuscolo, quest'ultima stabilisce che debbano essere adottate misure «ragionevoli in considerazione delle condizioni tecniche ed economiche». Una formulazione che lascia spazio a molte interpretazioni! «Non possiamo mica lavorare in home office», afferma sarcasticamente un operaio edile. E Syna riceve sempre più lamentele da parte di soci.
Distanziamento? Macché!
- disinfettanti e mascherine disponibili in ogni momento
- servizi igienici puliti in misura sufficiente
- un numero maggiore di baracche di cantiere nella stagione fredda
Controlli insufficienti
Questo, purtroppo, è ciò che sentiamo troppo sovente sui cantieri. I Cantoni, a cui competono i controlli, sembrano non aver imparato nulla dalla primavera. Syna chiede quindi più personale di controllo – o soluzioni innovative: come quella adottata dal Canton Argovia, che per aumentare la densità dei controlli ha fatto ricorso ai sindacati. Una via senz'altro percorribile. Syna ribadisce la sua disponibilità ad appoggiare le autorità nelle loro attività di controllo – in tutta la Svizzera.