La nostra petizione per migliorare le condizioni di lavoro delle parrucchiere e dei parrucchieri, che ha raccolto oltre 8000 firme, ha dato i suoi frutti. Il contratto collettivo di lavoro nazionale rinnovato per i prossimi quattro anni (2024–2027) porterà significativi miglioramenti alle condizioni di lavoro nei saloni di parrucchiere.
Con riserva della decisione definitiva del Consiglio federale in merito alla dichiarazione di forza obbligatoria del CCL a decorrere dal 2023, i salari minimi nel CCL nazionale per il mestiere di parrucchiere aumenteranno di 50 franchi mensili (600 franchi annui) al 1° gennaio prossimo.
Quasi un anno fa, abbiamo lanciato la petizione per la tredicesima. La risposta è stata travolgente e l'associazione dei datori di lavoro ha recepito il messaggio: i bassi salari che i parrucchieri percepiscono oggi non sono sufficienti per sopravvivere.
Di parrucchiere e parrucchieri non se ne vedono in piazza. Non manifestano. Non scioperano. Ma non per questo significa che siano soddisfatti delle loro condizioni di lavoro.
Le parrucchiere e i parrucchieri sono praticamente gli unici a non avere la tredicesima. In questa professione si lavora a ritmi pressanti per un salario esiguo che non consente nemmeno di arrivare alla fine del mese. Le cose devono finalmente cambiare!
Alla conferenza del ramo tenutasi il 30 agosto, i*le soci*e e i*le segretari*e del sindacato Syna hanno formulato le loro richieste più urgenti in vista delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro (CCL) per il mestiere di parrucchiere in Svizzera, che dovrà entrare in vigore nel 2023.
Tredicesima mensilità, pause garantite, un salario sufficiente per vivere: per molti lavoratori e lavoratrici impiegati nel settore dei servizi tutto questo non è affatto scontato. A tutt'oggi, centinaia di migliaia di dipendenti (soprattutto donne) sono ancora intrappolati in condizioni d'impiego precarie. Il sindacato Syna esorta ad essere solidali con queste donne. Il 14 giugno 2021, nella giornata dello sciopero delle donne*, lanceremo tutti insieme un segnale forte contro condizioni di lavoro indegne.
Vanessa Cabral non tollera qualsiasi ingiustizia. Se non lavora più come parrucchiera, non è perché la professione non le piaccia, bensì per le difficili condizioni d'impiego.
Donne e uomini migranti sono palesemente discriminati sul mercato del lavoro elvetico. Inoltre, le donne immigrate vengono impiegate in settori a basso reddito e in condizioni di lavoro precarie in misura superiore alla media e vengono discriminate a causa del genere, del passato di migrazione o della fede, dunque su più fronti. La crisi del coronavirus le colpisce in modo particolare. Ma perché?