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Da 25 anni Syna si batte per condizioni di lavoro eque, prima pietra importante per la prosperità di tutti noi! L'economia può crescere in modo sano e chiudere il cerchio della prosperità elvetica soltanto se tutti dispongono di risorse finanziarie sufficienti e di opportunità per plasmare la propria esistenza.

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In Svizzera, le lavoratrici e i lavoratori a tempo pieno sono quelli con gli orari più estesi praticamente di tutta l'Europa. Inoltre, da parecchi studi emerge un costante aumento dello stress legato al lavoro e delle difficoltà a conciliare famiglia e lavoro. Il dibattito sulla riduzione della settimana lavorativa o sull'introduzione di una settimana di quattro giorni non poteva capitare in un momento più opportuno – ma non tutti gli approcci riflettono adeguatamente le reali esigenze dei lavoratori.

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In alcuni rami professionali il 2023 sarà un anno di trattative per il rinnovo dei rispettivi contratti collettivi di lavoro. Per quanto diversi siano i settori, le richieste sono simili: salari adeguati, migliore protezione delle lavoratrici e dei lavoratori, soprattutto quelli più anziani, e più giorni di vacanza. Ecco le rivendicazioni in dettaglio:

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Siamo a primavera, stagione in cui le allieve e gli allievi all'ultimo anno di scolarità obbligatoria si mettono alla ricerca di un posto di apprendistato. Rispetto a un rapporto di impiego, il rapporto di apprendistato ha tutta una serie di particolarità che vanno osservate per garantire che nulla ostacoli il successo del periodo di formazione professionale.

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Nella maggior parte dei contratti di lavoro odierni, l'orario di lavoro dei dipendenti è specificato con un numero di ore settimanali. Per i lavori a tempo pieno, di solito si tratta di circa 42 ore. Se in una settimana si lavora più o meno delle 42 ore concordate, ne risulta un deficit o un surplus nella durata del lavoro. L'articolo 324 del Codice delle obbligazioni prevede che il datore di lavoro debba comunque pagare l'intero salario ai dipendenti che non può impiegare a sufficienza a causa di una carenza di ordini. In questo caso il datore di lavoro è in mora e il dipendente non può essere obbligato a recuperare le ore perse. A meno che non sia stato concordato diversamente, le ore di lavoro supplementari devono essere compensate con tempo libero di pari durata o pagate con il salario normale con un supplemento del 25%.

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