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Rivendicazioni salariali: Un applauso non basta!

In primavera la commessa, il postino, l'assistente di cura e il personale di pulizia hanno ricevuto i nostri applausi, ma non basta: per loro chiediamo rimunerazioni migliori. Già: i salari possono e devono aumentare anche in tempi di coronavirus!

Hanno continuato a lavorare nelle condizioni più difficili. E il lockdown non è sfociato in un collasso del sistema solo perché loro hanno retto il colpo. Tutti noi abbiamo toccato con mano l'importanza del settore sanitario, del commercio al dettaglio o della logistica e dei trasporti per il funzionamento dell'intero apparato. Un fatto che merita riconoscimento e, soprattutto, una retribuzione più adeguata e condizioni di lavoro confacenti. Chiediamo salari migliori nel sistema sanitario e nella vendita al dettaglio. Subito. Perché l'autunno negoziale è alle porte!

Aumentare i redditi bassi
La carenza di personale di cura qualificato è ormai cronica e un miglioramento non è minimamente in vista, ben al contrario. Nella vendita al dettaglio i salari seguono da anni un andamento insoddisfacente. Molti impiegati e impiegate del commercio al dettaglio sono di fatto dei «working poor» e con quello che guadagnano riescono a stento a sfamare la famiglia. Entrambi i settori possono e devono prendere urgentemente contromisure attraverso significativi aumenti salariali.
Chiediamo pertanto:
  • nel settore sanitario, aumenti significativi per i salari inferiori a 5500 franchi (ad esempio per gli assistenti di cura)
  • nel commercio al dettaglio, almeno 4000 franchi per i dipendenti non qualificati e più di 4500 franchi per i dipendenti con certificato di capacità

Il coronavirus come pretesto?
È indubbio che la contrazione delle attività economiche è senza paragoni e le prospettive rimangono incerte e complesse. Ma occorre esaminare attentamente la situazione dei singoli rami professionali e delle imprese. Nell'artigianato il lavoro non è mancato e continuerà a non mancare, con un ottimo sfruttamento della capacità produttiva. E in oltre un decennio di boom edilizio l'andamento dei salari rimane insoddisfacente. Inoltre, la mancanza di lavoratori qualificati è un dato di fatto anche nei rami accessori dell'edilizia, non da ultimo a causa della scarsa evoluzione dei salari.
Chiediamo pertanto:
  • 80 franchi di aumento generalizzato nell'edilizia principale
  • tra lo 0,5 e l'1,5 per cento o tra 30 e 80 franchi di aumento generalizzato nella costruzione specializzata, a seconda della situazione

Una profonda lacuna da colmare
Da anni i salari nell'industria avanzano a stento: nella crisi non si concede nulla e dopo la crisi si chiede moderazione – fino a quando non interviene o non si preannuncia un'altra crisi. La necessità di recupero sul fronte degli stipendi è palese e le trattative salariali non possono essere rimandate all'infinito.
Chiediamo pertanto:
  • tra lo 0,5 e l'1,5% in più in busta paga nell'industria, in base alla situazione dell'impresa

Assicurare il reddito e l'occupazione
E poi ci sono rami professionali che soffrono in maniera particolare delle conseguenze economiche del coronavirus. I servizi alla persona sono tra questi, ma anche il turismo urbano e l'industria degli eventi. E pure le aziende che esportano in Paesi ancor più colpiti dalla crisi globale. Qui Syna è aperta a soluzioni in grado di garantire l'occupazione e quindi il reddito per tutti – in trattative tra partner sociali condotte su un piano di parità!


Tutte le informazioni sulla tornata salariale del 2021: www.syna.ch/it/lavoro/salari


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