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Guadagnare di meno e lavorare di più?

Edilizia principale: nel mese di marzo sono iniziate le trattative per il nuovo contratto nazionale mantello 2019. Purtroppo i negoziati sono stati finora deludenti: la Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC) non intende entrare nel merito delle nostre proposte, ma resta ancora del tempo per trovare un'intesa.

Il presidente della SSIC ha espresso più volte pubblicamente l'auspicio di salari più bassi per gli edili più anziani e orari di lavoro ancora più lunghi e flessibili. Il primo turno di trattative per il CNM ha poi confermato le previsioni: come preconizzato, le richieste dei datori di lavoro e dei rappresentanti dei lavoratori sono totalmente divergenti. Preme la necessità che le trattative abbiano successo, giacché con il CNM a fine 2018 scadrà anche l'obbligatorietà generale per l'intero ramo professionale. Come se non bastasse, a dispetto delle previsioni iniziali degli esperti consultivi, il pensionamento anticipato (PEAN) va nuovamente risanato in vista del collocamento a riposo della generazione del baby boom.

Punto controverso: il PEAN

Sia chiaro: il PEAN non è in pericolo. Ma le severe disposizioni dell'autorità di vigilanza esigono l'adozione di misure di risanamento in caso di sottocopertura, anche transitoria.
E così i datori di lavoro si sentono talmente sotto pressione da voler risanare il PEAN il più rapidamente possibile e soltanto attraverso una riduzione delle prestazioni.
Syna propone invece una soluzione socialmente più sostenibile: conseguire il risanamento attraverso un leggero aumento dei contributi e una riduzione differenziata delle prestazioni. In tal modo i futuri pensionati PEAN potrebbero godersi la meritata pensione alle stesse condizioni attuali.
Ma ai datori di lavoro non sta bene, e ad oggi rifiutano di entrare nel merito della soluzione da noi proposta.

Sproporzionato

Il fatto più eclatante è che gli aumenti dei contributi PEAN possono essere decisi unicamente dalle parti del CNM. Ma il risanamento proposto dai datori di lavoro unicamente attraverso tagli alle prestazioni sarà difficilmente realizzabile. La legge prescrive infatti che le misure destinate a sanare la copertura insufficiente siano proporzionate, adeguate all'entità dello scoperto ed integrate in una concezione globale equilibrata. Risanare il PEAN soltanto a spese delle prestazioni non è né proporzionato, né parte integrante di una concezione globale equilibrata.

Soluzione globale
La posta in gioco è alta. L'attuale atteggiamento dei datori di lavoro non lascia però presagire nulla di buono. Stiamo ancora tenendo negoziati costruttivi, ma se i datori di lavoro persevereranno nella loro linea intransigente di risanamento del PEAN, a fine anno le cose si complicheranno. Nondimeno, negli anni passati sono già state risolte divergenze più gravi.
La delegazione alle trattative ha ancora un certo margine di tempo per trovare un'intesa: prima delle ferie estive sono in agenda altri quattro incontri. Se fino ad allora non si riuscirà a trovare una soluzione, ci attende un autunno incandescente.

La via passa per un pacchetto globale
I lavoratori edili non ricevono aumenti da ormai quattro anni.
Un aumento salariale sostanziale semplificherebbe anche il dibattito sul PEAN. Ma i salari verranno negoziati soltanto in autunno. Al settore della costruzione farebbe però bene ottenere rapidamente delle certezze per programmare adeguatamente la questione riguardante il CNM e il PEAN.


Informazioni:
Guido Schluep, segretario centrale per l'edilizia principale

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