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Per l’ambiente, l’innovazione e l’occupazione

L'economia circolare mira a utilizzare le materie prime nel modo più efficiente possibile e a mantenere in uso i prodotti il più a lungo possibile. Nella sessione di primavera, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno deciso di promuovere maggiormente questo modello molto promettente.

Ogni anno in Svizzera si producono 703 kg di rifiuti per abitante, ovvero 1,9 kg pro capite al giorno. Queste cifre sono la perfetta dimostrazione di come la nostra società debba trovare un approccio più sostenibile al pianeta. L'economia circolare, che contrasta l'enorme consumo di risorse, si sta facendo lentamente, ma inesorabilmente strada nella politica e nell'economia.

Dalla linea al cerchio

Le materie prime vengono estratte, trasformate in prodotti, acquistate dai consumatori, utilizzate e poi gettate via. È il classico ciclo di vita lineare, tipico di molti prodotti, che però si traduce in scarsità di materie prime, emissioni elevate, grandi quantità di rifiuti e, di conseguenza, un notevole impatto ambientale. Nell'economia circolare, invece, i materiali e i prodotti vengono mantenuti in circolazione il più a lungo possibile, riducendo significativamente il consumo di risorse rispetto al sistema economico lineare.

Un approccio a 360 gradi

L'economia circolare viene spesso confusa con il riciclaggio. Sebbene il riutilizzo dei materiali sia parte integrante dell'economia circolare, questo approccio va ben oltre: dall'estrazione delle materie prime al design, dalla produzione alla distribuzione, dalla massimizzazione della vita utile fino al riciclaggio.

Osserviamo, ad esempio, il ciclo di vita di un prodotto nell'economia circolare. All'inizio si pone la questione di quali materiali utilizzare per realizzare il prodotto. L'obiettivo è quello di utilizzare la maggior percentuale possibile di materie prime riciclate o altrimenti estratte nel modo quanto più possibile sostenibile. Il design dei prodotti è molto importante nell'economia circolare. I prodotti devono essere progettati in modo tale da durare nel tempo, essere riparabili e, non da ultimo, facili da riciclare. Se la batteria del cellulare non funziona più, deve poter essere sostituita solo quella e non l'intero apparecchio.

Condividere anziché possedere

Un design robusto consente di aumentare notevolmente la durata di vita dei prodotti. Considerando l'intero ciclo di vita, nella maggior parte dei casi si tratta di un vantaggio non solo per l'ambiente, ma anche per il portafoglio di noi consumatori. Nell'economia circolare, però, occorre ottimizzare non soltanto la vita utile ma anche la durata di utilizzazione. Il trapano è un classico esempio di prodotto con una bassa durata di utilizzazione – appena 11 minuti, nelle abitazioni private. Sull'arco dell'intera vita utile dell'apparecchio! L'acquisto di un trapano da parte di ogni famiglia è quindi inefficiente. La durata effettiva di utilizzazione può essere significativamente aumentata attraverso la condivisione o il noleggio.

Un prodotto viene riciclato solamente quando non può più essere utilizzato o riparato, giacché anche il riciclaggio ha un impatto ambientale, a causa del consumo di energia, acqua e sostanze chimiche. Con il materiale riciclato vengono realizzati nuovi prodotti e il ciclo ricomincia da capo.

Svizzera povera di materie prime

Gli sforzi per un'economia circolare in Svizzera risalgono già alla metà degli anni 1980. Essendo un Paese povero di materie prime, la Svizzera dipende fortemente dalle importazioni. Dal punto di vista economico, il maggiore riutilizzo comporta tre vantaggi essenziali: da un canto si riduce la dipendenza dall'estero, emersa chiaramente con le difficoltà di approvvigionamento durante la pandemia o il blocco del canale di Suez. In secondo luogo, gli adeguamenti della produzione industriale creano nuovi posti di lavoro, in particolare nella riparazione, con un beneficio per le persone che incontrano difficoltà sul mercato del lavoro. Inoltre, se i prodotti usati vengono riparati e riutilizzati, parte del valore creato all'estero può tornare in Svizzera, favorendo l'occupazione e riducendo l'impronta ecologica. Per l'economia svizzera, che punta sull'innovazione e sulla qualità, l'utilizzo prolungato dei prodotti apre nuovi campi d'attività, come servizi locali di riparazione o di noleggio dei prodotti.

Promozione mirata

L'economia circolare non sempre offre il metodo di produzione più efficiente sotto il profilo delle risorse, poiché il riciclaggio e il trattamento di determinati materiali richiedono talvolta più risorse ed energia rispetto all'utilizzo di materie primarie. Ciononostante, per molti settori economici rappresenta la direzione futura. Nella sessione di primavera, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno integrato la legge sulla protezione dell'ambiente con un articolo che consente al Consiglio federale di porre requisiti in materia di durata di vita, disponibilità di ricambi e riparabilità dei prodotti. E il potenziale è enorme. Secondo il Circularity Gap Report, l'economia svizzera è circolare solo al 7% – quota che con la nuova legge il Consiglio federale ha ora la possibilità di aumentare in modo mirato. La Svizzera potrebbe anche guardare ai suoi vicini europei, che in alcuni casi sono già molto più avanti. La Francia, ad esempio, ha ampliato il diritto in materia di garanzia e introdotto un indice di riparazione che, su una scala da 1 a 10, indica la facilità di riparazione di un prodotto e la disponibilità di ricambi. In questo modo le aziende sono incentivate a produrre apparecchi più robusti e a offrire servizi di riparazione. Sgravi fiscali su tali riparazioni costituirebbero un ulteriore strumento.

La Svizzera deve ancora recuperare parecchio terreno per ancorare maggiormente l'economia circolare nella nostra economia. A vantaggio di tutti: l'economia, l'ambiente e i lavoratori.

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