Nonostante la strenua opposizione di Syna, la riforma AVS 21 è entrata in vigore: per le donne significa lavorare un anno in più senza alcun miglioramento sul fronte della parità salariale o dell'uguaglianza in generale. Il livello salariale delle professioni prevalentemente femminili e una carriera costellata da interruzioni dell'attività o dal lavoro part-time spesso rendono finanziariamente impossibile un pensionamento anticipato.
Nel confronto europeo, la parità in Svizzera ha ancora della strada da fare: il nostro Paese fatica a staccarsi dal ruolo tradizionale della donna ereditato dalla società del passato.
Lo sciopero femminista 2023 è stato chiassoso, colorato, furioso e positivo allo stesso tempo. Diecimila persone sono scese in piazza in tutta la Svizzera il 14 giugno. La richiesta delle manifestanti era chiarissima e inequivocabile: parità subito e a tutti i livelli!
Il 25° anniversario ha conferito una dimensione particolare all'AD 2023 del sindacato Syna. Le delegate e i delegati si sono espressi in merito al diritto di non essere raggiungibili e a una riduzione della durata del lavoro, hanno adottato un manifesto per la parità e hanno stabilito le modalità per una revisione parziale dello Statuto.
Il 14 giugno manifesteremo per far sì che venga riconosciuta la difficoltà di lavorare in professioni femminilizzate. Perché la nuova classe operaia è prevalentemente femminile e lavora nel settore dei servizi. Le loro condizioni di lavoro sono spesso precarie: i salari sono bassi, gli orari di lavoro sono lunghi e la pressione è sempre maggiore. Questa situazione può cambiare solo se le lavoratrici si alzano in piedi e lottano per i loro diritti.
Suely Ludovica Alves è attiva come donna delle pulizie fin dal suo ingresso in Svizzera avvenuto nel 1999. Purtroppo nel suo lavoro la 60enne con doppia cittadinanza brasiliana e portoghese non ha avuto solo esperienze positive.
In tempi di grave penuria di manodopera qualificata, le imprese e la politica si concentrano sulle donne, che dovrebbero essere reinserite nel mercato del lavoro o impiegate con gradi d'occupazione superiori. Ma quali offerte sarebbero necessarie per riuscire in quest'intento?
La Federazione svizzera dei sordi è un'organizzazione mantello attiva a livello nazionale che dal 1946 si impegna per i diritti delle persone con problemi d'udito. In tutta la Svizzera sono circa un milione le persone con una disabilità uditiva, di cui circa 10 000 sono sorde. Molti risultati sono già stati conseguiti, soprattutto dagli anni '80, tuttavia resta ancora molto da fare per raggiungere l'effettiva parità di diritti per le persone sorde e deboli di udito.