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Falegnameria: più che mai necessario sedere al tavolo delle trattative!

Dall'inizio dell'anno il ramo della falegnameria è privo di contratto collettivo, ma i datori di lavoro si rifiutano ancora di negoziare con i sindacati.

Syna ha ripetutamente segnalato ai datori di lavoro la propria disponibilità a negoziare. Non abbiamo dubbi: per colmare questo voto contrattuale il più rapidamente possibile, entrambe le parti devono sedere nuovamente al tavolo delle trattative. È altrettanto chiaro che l'Associazione svizzera dei fabbricanti di mobili e serramenti (ASFMS), sola responsabile della situazione attuale, non può avere il soldino e il panino, come spererebbe
 Per consentire l'introduzione di un modello di prepensionamento, i sindacati erano scesi a compromessi sul fronte del contratto collettivo di lavoro (CCL). Pretendere ora di entrare in materia unicamente di quest'ultimo è una vera presa in giro per le lavoratrici e i lavoratori. È necessaria una chiara concessione a favore di una soluzione di prepensionamento, come convenuto all'origine.

I mastri falegnami mettono il bastone tra le ruote
Sfortunatamente, ad oggi la nostra proposta è rimasta infruttuosa. In questo modo i datori di lavoro accettano consapevolmente un vuoto contrattuale prolungato – con conseguenze devastanti per l'intero settore: dumping salariale, mancanza di controlli sulle imprese straniere e un deterioramento delle condizioni di lavoro. Senza CCL viene a cadere anche il fondo per la formazione continua, creato e finanziato congiuntamente dalle parti sociali e aperto a tutti i lavoratori e le lavoratrici del ramo.
Syna sta ora cercando un contatto diretto sia con i suoi soci che con i datori di lavoro per spiegare loro la difficile situazione. Infatti, l'ASFMS sta facendo di tutto per incolpare i sindacati. Ma noi abbiamo mantenuto la parola data: abbiamo infatti detto di sì al pacchetto negoziale.

Senza CCL nessuna pace sociale
I falegnami sono pronti a lottare per i loro diritti e ora chiedono ai datori di lavoro di mantenere la parola data. Se persevereranno nel rifiuto di avviare nuove trattative, ci saranno sicuramente delle proteste. I colloqui con i diretti interessati e le azioni nelle imprese lo hanno confermato più volte. E ci è stato chiesto di difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Perché soltanto insieme potremo far trionfare le legittime richieste dei falegnami.
Insieme potremo garantire il ripristino del CCL e l'opportunità per le lavoratrici e i lavoratori del ramo di fruire del pensionamento flessibile, come già d'uso in molti altri settori. È giunta l'ora di tornare al tavolo delle trattative e di riprendere i colloqui. A beneficio dell'intero ramo professionale.

«La professione di falegname deve diventare più attrattiva!» 
Grazie al modello di prepensionamento Resor in vigore nella Svizzera romanda Pius Fux, falegname di Rittinen (VS), ha potuto beneficiare del pensionamento anticipato. Pius la ritiene una soluzione vincente:
«Quella del falegname è una professione dura, ma bellissima. Oggi sui cantieri si lavora tutto l'anno – anche quando piove, fa freddo e in pieno inverno. Bisogna fare tutto di fretta. Questo limita la qualità del lavoro e il tempo dedicato alla formazione degli apprendisti. Nel tempo le cose sono molto cambiate. Oggi la manodopera qualificata scarseggia. In condizioni migliori, le cose sarebbero diverse. La professione di falegname deve diventare più attrattiva!
Il modello di prepensionamento è un'ottima soluzione. Lavorare 46 anni sui cantieri – credo che sia più che sufficiente. Il fisico ne risente! Ecco perché il pensionamento anticipato è una buona soluzione. I dipendenti del «Bureau de métiers» della fondazione «Resor», la cassa di pensionamento anticipato dei rami affini romandi, mi hanno consigliato e accompagnato in tutta la procedura.»

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