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Dopo quasi tre anni di pandemia, anche quest'anno la situazione economica incerta e la crisi energetica avrebbero potuto compromettere le trattative salariali. I risultati sono stati per lo più inferiori alle aspettative, con un settore sanitario che si riconferma fanalino di coda. Particolarmente soddisfacenti, per contro, i risultati nell'industria dei laterizi, nel ramo delle pulizie e nella costruzione di binari.

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Dal 1° gennaio 2021 nel ramo della falegnameria regna una situazione di vuoto contrattuale. Cresce la minaccia di dumping salariale e di una sfrenata concorrenza. In occasione della manifestazione tenutasi nella giornata odierna di sabato a Zurigo, 450 occupate e occupati del ramo falegnameria hanno chiesto all'associazione padronale ASFMS di abbandonare l'atteggiamento ostruzionistico e di riprendere le trattative. Una petizione firmata da 2435 persone sostiene questa rivendicazione.

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All'inizio della scorsa estate, le parti sociali del ramo Falegnameria si sono accordate sul rinnovo del Contratto collettivo di lavoro (CCL) e sull'introduzione di un modello di pensionamento anticipato. Ora i mastri falegnami vengono meno alla parola data e rigettano il pacchetto. Ciò significa che dal 2021 il ramo Falegnameria sarà senza CCL. Insieme ai sindacati Unia e Syna, le falegnami e i falegnami si batteranno per il loro diritto a una vita sana e dignitosa dopo il pensionamento!

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