Dopo quasi tre anni di pandemia, anche quest'anno la situazione economica incerta e la crisi energetica avrebbero potuto compromettere le trattative salariali. I risultati sono stati per lo più inferiori alle aspettative, con un settore sanitario che si riconferma fanalino di coda. Particolarmente soddisfacenti, per contro, i risultati nell'industria dei laterizi, nel ramo delle pulizie e nella costruzione di binari.
La lotta portata avanti dai falegnami insieme a Syna ha finalmente dato i frutti sperati. Dopo un anno di vuoto contrattuale, dal 1° gennaio 2022 il mestiere di falegname avrà nuovamente un contratto collettivo di lavoro.
Con una manifestazione di solidarietà tenutasi a Zurigo a inizio luglio, circa 450 falegnami hanno chiesto ai datori di lavoro di desistere dal loro atteggiamento ostruzionistico e di riprendere immediatamente i negoziati. La richiesta era supportata da una petizione che ha raccolto 2435 firme.
Dal 1° gennaio 2021 nel ramo della falegnameria regna una situazione di vuoto contrattuale. Cresce la minaccia di dumping salariale e di una sfrenata concorrenza. In occasione della manifestazione tenutasi nella giornata odierna di sabato a Zurigo, 450 occupate e occupati del ramo falegnameria hanno chiesto all'associazione padronale ASFMS di abbandonare l'atteggiamento ostruzionistico e di riprendere le trattative. Una petizione firmata da 2435 persone sostiene questa rivendicazione.
Sabato 3 luglio, Syna si unirà ai falegnami per manifestare al Lindenhof di Zurigo contro il vuoto contrattuale nel settore.
Con una petizione, le lavoratrici e i lavoratori del ramo della falegnameria esigono dalla loro associazione padronale che riprenda finalmente le trattative per un nuovo contratto collettivo di lavoro. Chiedono condizioni di lavoro al passo con i tempi e soluzioni a tempo parziale negli ultimi anni d'attività prima del pensionamento.
Dall'inizio dell'anno il ramo della falegnameria è privo di contratto collettivo, ma i datori di lavoro si rifiutano ancora di negoziare con i sindacati.
Dall'inizio dell'anno, 15 000 falegnami sono senza contratto collettivo di lavoro (CCL). La colpa è dell'Associazione svizzera dei fabbricanti di mobili e serramenti (ASFMS), che ha causato il pasticcio rimangiandosi la parola data.
All'inizio della scorsa estate, le parti sociali del ramo Falegnameria si sono accordate sul rinnovo del Contratto collettivo di lavoro (CCL) e sull'introduzione di un modello di pensionamento anticipato. Ora i mastri falegnami vengono meno alla parola data e rigettano il pacchetto. Ciò significa che dal 2021 il ramo Falegnameria sarà senza CCL. Insieme ai sindacati Unia e Syna, le falegnami e i falegnami si batteranno per il loro diritto a una vita sana e dignitosa dopo il pensionamento!