Diritto al lavoro per tutti
Le persone rifugiate che risiedono legalmente in Svizzera hanno il diritto di lavorare, eppure faticano a farsi assumere.
Dopo aver vissuto un dramma umano, giunti in Svizzera si trovano davanti a un enorme ostacolo che complica la loro integrazione ed emancipazione nel Paese ospitante: l'accesso al lavoro.
Benché tenda a evolvere nella costruzione dell'identità, il valore del lavoro resta un fattore di integrazione importante. In Svizzera l'integrazione è un gioco di squadra che coinvolge l'individuo, lo Stato e il datore di lavoro. Ma i datori di lavoro non hanno ancora assunto appieno la loro responsabilità. Secondo le statistiche federali, nel 2021 il 55% dei rifugiati aveva trovato un lavoro dopo 7 anni di permanenza in Svizzera. Il processo è troppo lento, addirittura incomprensibile alla luce della cronica penuria di personale in alcuni settori.
Favorire l'accesso al lavoro per i rifugiati e le persone ammesse provvisoriamente è vantaggioso per la società, per le persone stesse e per i datori di lavoro.
Syna chiede ai Cantoni e alla Confederazione di promuovere e attuare programmi di apprendimento delle lingue e di riconoscimento dei diplomi e delle esperienze professionali pregresse, al fine di facilitare e incoraggiare il processo di assunzione dei rifugiati e delle persone ammesse provvisoriamente in Svizzera da parte delle imprese. Lo Stato deve inoltre sostenere e sviluppare soluzioni di assistenza all'infanzia per consentire a tutti di frequentare corsi e lavorare. I datori di lavoro spesso non conoscono le condizioni di assunzione di questi individui particolarmente vulnerabili; Syna ritiene che una campagna nazionale di promozione della loro occupazione ne migliorerebbe l'integrazione dinamizzando e arricchendo nel contempo le imprese.
Insieme siamo più forti!