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La Società Svizzera Impresari Costruttori cerca di guadagnare tempo?

Il 29 marzo, presso la sede Unia di Zurigo, si è svolto il secondo dei sette round di trattative previsti per il rinnovo del Contratto nazionale mantello per l'edilizia principale in Svizzera (CNM). Al secondo incontro negoziale gli impresari costruttori hanno confermato la via imboccata.

Nel secondo incontro fra le parti contraenti, la delegazione negoziale della Società Svizzera Impresari Costruttori (SSIC) – guidata per la prima volta dal presidente centrale Gian-Luca Lardi – ha proposto di determinare innanzitutto le aree d'interesse congiunte, secondo la tecnica di negoziazione di Harvard. Pur non avendo nulla contro il metodo della «trattativa oggettiva», Syna ha accolto questa proposta con sottile perplessità. Perché, dal suo punto di vista, queste aree di interesse sono già state definite e comunicate. Dal massimo rappresentante degli impresari costruttori ci saremmo aspettati che entrasse nel secondo round di negoziati con proposte concrete.

Stesso obiettivo, modi diversi

Tutte le parti coinvolte nel CNM hanno, ovviamente, un interesse comune in una protezione della salute ampia e di qualità, ma la questione cruciale è un'altra: con quali misure concrete andrebbe implementata, in modo che sia accettabile per entrambe le parti? In termini di protezione della salute chiediamo, ad esempio, direttive chiare su quando un cantiere deve essere fermato in caso di rischi dovuti alle condizioni meteorologiche. Anche gli impresari costruttori sono dell'opinione che un cantiere debba essere fermato in caso di condizioni meteorologiche pericolose; ma se Syna chiede regole più severe, la SSIC si rifà alle linee guida della SUVA e appella alla responsabilità individuale dei capimastri. Mentre gli impresari costruttori ritengono sufficiente l'attuale insieme di regole, Syna considera urgente proteggere meglio i lavoratori edili e ridurre al minimo i rischi per la salute.

Temporeggiamenti

L'approccio chiesto con veemenza dalla SSIC, ovvero determinare innanzitutto gli interessi comuni, cela il rischio che alla fine saremo d'accordo sulle questioni comuni, ma continueremo a non essere d'accordo sui modi e sui mezzi per affrontarle.

Resta da vedere se gli impresari costruttori hanno realmente l'intenzione di elaborare una proposta accettabile per entrambe le parti o se con questo approccio stanno solo giocando a guadagnare tempo, preparando il terreno a una situazione di vuoto contrattuale di cui incolperebbero poi i sindacati. Infatti, non dobbiamo scordare che le loro richieste pubblicate da tempo (più flessibilità nella regolamentazione della durata del lavoro, nessun aumento generalizzato dei salari e dei salari minimi, minori costi salariali vivi e accessori e un CNM più snello) significano chiaramente un peggioramento delle condizioni di lavoro. Anche se le richieste della SSIC rientrano in aree tematiche comuni, su molti punti restano interessi fondamentalmente opposti riguardo all'attuazione.


Ulteriori informazioni

Johann Tscherrig, segretario centrale Edilizia principale

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