Finalmente condizioni di lavoro sicure!
Il nuovo contratto collettivo di lavoro (CCL) è un'autentica pietra miliare in questo settore.
Non è tuttavia accettabile che il personale impiegato in Ticino non abbia un salario minimo.
È il primo contratto nazionale per la vendita al dettaglio: Da febbraio il nuovo CCL per i negozi delle stazioni di servizio è di obbligatorietà generale, e deve pertanto essere applicato da tutto il settore.
Finalmente i dipendenti delle numerose stazioni di servizio della Svizzera potranno lavorare in condizioni buone e sicure: tredicesima mensilità, salari minimi garantiti e supplemento per lavoro domenicale regolano ormai equamente le rimunerazioni.
Il CCL disciplina altresì gli orari di lavoro, fattore centrale in un settore dove si lavora anche 24 ore su 24, e garantisce prestazioni sociali come un congedo di paternità e di maternità e un'assicurazione di indennità giornaliera in caso di malattia.
Il Consiglio federale non guarda in faccia alla realtà
Il cammino per l'ottenimento del nuovo CCL è stato tutt'altro che semplice. Già a novembre 2015 Syna, con altri sindacati, era riuscito a concludere le trattative per il nuovo CCL. All'inoltro della richiesta di obbligatorietà generale a gennaio 2016 sono seguiti interminabili scambi: Soprattutto in Ticino i ricorsi contro il CCL sono stati particolarmente veementi.
E inspiegabilmente il Consiglio federale ha dato loro un po' troppo corda, decidendo che il CCL avrebbe avuto validità in Ticino, ma senza salari minimi. È davvero convinto che per un impiego a tempo pieno un salario di 3600 franchi sia eccessivo!
È incomprensibile. I principali CCL della vendita prevedono salari minimi di almeno 3900 franchi, anche in Ticino. Inoltre, senza salario minimo anche le altri componenti salariali garantite – quali la tredicesima o i supplementi domenicali – servono a ben poco. Ma soprattutto: apparentemente il Consiglio federale non è in chiaro sul fatto che questa decisione è un invito a praticare il dumping salariale.
Per Syna la questione non è chiusa: Continueremo a batterci per una soluzione equa anche per i dipendenti ticinesi!
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