Nel settore dei servizi, nonostante la crescita i salari calano, la protezione del lavoro e sociale viene erosa e la distribuzione della ricchezza è sempre più iniqua. Le professioni sociali e sanitarie costituiscono gran parte dei rami in cui queste condizioni precarie si stanno diffondendo a macchia d'olio.
Gli uomini sono i capifamiglia e per questo lavorano a tempo pieno e hanno bisogno di uno stipendio elevato. Le donne si occupano della casa e dei figli e non hanno tempo per lavorare. Se esercitano comunque un'attività retribuita, allora solo a tempo parziale – per via della casa e dei figli – e in realtà solo per distrarsi o per guadagnare qualche spicciolo in più. Nessuna donna deve lavorare: c'è già l'uomo che lo fa!
In Svizzera, la maggior parte delle persone colpite da povertà è rappresentato da donne sopra i 65 anni, in prevalenza senza passaporto svizzero, con un livello d'istruzione pari alla scuola dell'obbligo e che vivono sole. Quelle attive sono impiegate in condizioni precarie, sono mal pagate e hanno generalmente minori possibilità sul mercato occupazionale.
Donne e uomini migranti sono palesemente discriminati sul mercato del lavoro elvetico. Inoltre, le donne immigrate vengono impiegate in settori a basso reddito e in condizioni di lavoro precarie in misura superiore alla media e vengono discriminate a causa del genere, del passato di migrazione o della fede, dunque su più fronti. La crisi del coronavirus le colpisce in modo particolare. Ma perché?
All'inizio di aprile, il presidente della Società Svizzera degli Impresari-Costruttori ha ricevuto una lettera aperta nella quale i cofirmatari Syna, organizzazione dei lavoratori Quadri dell'Edilizia Svizzera e Unia sollecitano la SSIC affinché la professione di capo muratore venga rapidamente rivalutata. Infatti, si sta delineando un'acuta carenza di lavoratori qualificati.
Con una petizione, le lavoratrici e i lavoratori del ramo della falegnameria esigono dalla loro associazione padronale che riprenda finalmente le trattative per un nuovo contratto collettivo di lavoro. Chiedono condizioni di lavoro al passo con i tempi e soluzioni a tempo parziale negli ultimi anni d'attività prima del pensionamento.
A un anno dallo scoppio della pandemia di coronavirus, è tempo di tracciare un primo bilancio: come si è evoluto il ramo professionale della sanità? E come stanno le lavoratrici e i laboratori del settore?
A febbraio hanno preso il via le trattative con Coop per un nuovo contratto collettivo di lavoro (CCL). L'obiettivo è di preservare e migliorare ulteriormente il buon livello di condizioni di lavoro da Coop.
È il titolo della grande campagna Syna per il rinnovo del Contratto nazionale mantello per l'edilizia principale in Svizzera (CNM). Anche se i negoziati inizieranno solo la prossima primavera, dobbiamo prepararci sin d'ora ad affrontare il gioco strategico degli impresari-costruttori!